L'ultima ricerca

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La esaltazione e la accettazione incondizionata dell'ultima ricerca pubblicata, così come  viene acriticamente e succintamente riportata dai mezzi di comunicazione a caccia dello scoop e del  titolo ad effetto,  costituiscono atteggiamenti  non corretti e spesso dannosi e fuorvianti.

LA RICERCA  SCIENTIFICA NON  È E NON PUO' MAI ESSERE CRONACA QUOTIDIANA!

E' invece un lento procedere, un confronto continuo, una paziente raccolta di dati, una perenne disponibilità a modificare tesi e conclusioni precedenti, ma NON sulla base della "notizia del giorno", bensì di rassegne panoramiche che prendano in esame non un singolo spicchio di conoscenze ma tutto ciò che di valido e VERIFICABILE  è stato prodotto, proposto e pubblicato su di un certo argomento.  In sintesi, quello che si definisce "una rassegna scientifica sistematica", la quale ha un valore specifico superiore a qualunque altro studio parziale, comunque e da chiunque prodotto.

Insomma: non facciamoci sedurre da chi trae spunto dall'ultimo studio pubblicato il giorno prima   -sia pure su di una rivista scientifica accreditata-  (e lo riporta sulla stampa di grande diffusione) per proclamare affrettatamente che bisogna cambiare tutto, o comunque rivedere conclusioni molto solide sulle quali magari esistono da anni il consenso della comunità scientifica e la conferma delle esperienze comuni.   Consenso maturato seguendo il metodo scientifico, e dopo l'esame critico di migliaia di lavori, di rassegne  e di esperienze cliniche ed epidemiologiche.

Ci vuole prudenza, ci vuole una minore ricerca del sensazionalismo,  (e, ammettiamolo,  anche della smania di autopromozione da parte di certi "esperti" . . . ).  E' bene evitare di dare troppa fiducia e troppo spazio a chi si aggrappa all'ultimo studio che ha visto la luce per proclamare che occorre modificare o ribaltare regole ormai condivise e consolidate da anni ed anni di ricerca e di esperienze scientifiche comuni; ricerca ed esperienze  che hanno permesso di arrivare a  conclusioni sulle quali esiste un consenso generale.

Le nostre conoscenze  --e quindi anche le notizie da affidare ai  vari canali di informazione --  non possono basarsi  sulla accettazione incondizionata della ultima teoria (in ordine di tempo) che viene pubblicata.  A questo riguardo bisogna intendersi,  perché si tratta di un aspetto che molti non conoscono e che invece va chiarito: la pubblicazione, anche quella  su di una rìvista scientifica accreditata e dopo aver quindi superato il vaglio della necessaria "peer  review" (revisione dei pari),  serve soltanto per presentare alla comunità scientifica i nuovi risultati e le nuove ipotesi, affinché la comunità stessa ne venga a conoscenza, possa leggerli, valutarli ed anche criticarli, oltre che controllarli e verificarne la fondatezza e la validità. Non ha, insomma, la pretesa di rivoluzionare tutto e fissare sul momento nuovi criteri e nuove regole.

Ebbene, alla base di tante incomprensioni e di tanti diffusi scetticismi nei confronti del mondo scientifico, nonché della facilità con la quale un gran numero di persone si fa affascinare dalle tesi del "falsi profeti", dei "guru" che spacciano soltanto "certezze",  sta (a nostro parere)  proprio la incapacità di comprendere il metodo scientifico e il corretto modo di procedere del dibattito e della dialettica scientifica.  

Sarebbe insomma di grande utilità  spiegare alla opinione pubblica che in campo scientifico, e soprattutto medico, è necessario non precipitare giudizi e conclusioni, ma occorre invece valutare in maniera ponderata e prudente tutto il panorama di studi esistente su quell'argomento.   Partendo, quindi, dall'evitare di prendere per oro colato gli scoops giornalistici, anche e soprattutto quelli in tema di ricerche su salute e alimentazione, che peraltro tanto colpiscono la immaginazione del lettore.
 

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